Una settimana di “Vergognamoci per lui” (107)

Un giorno di gogna non fa male a nessuno. Come dicono i filosofi più in gamba, è tutta esperienza. Su GIORNALETTISMO.COM

ANDREA CAMILLERI 31/12/2012 Suo zio Alfredo era la pecora nera della famiglia, un tipo assai stravagante, in odore di antifascismo, perché a quell’epoca, dice sfacciatello lo scrittore a La Repubblica, «Eravamo tutti fascisti. Mio padre aveva fatto anche la Marcia su Roma. Io ero un giovane balilla.» Smise di esserlo, fascista, nel 1942, a diciassette anni, quando lesse “La condizione umana” di André Malraux, e quando, partecipando a Firenze alla riunione internazionale della gioventù fascista – dalla quale uscì sconvolto, e alla quale era presente, fra gli altri, anche il futuro regista teatrale e famoso comunista brechtiano Giorgio Strehler – sentì parlare il capo della “Hitler-Jugend”, Baldur von Schirach. Bella storia, dalla quale si desume che:

  1. Camilleri arriva da una bella famiglia fascista.
  2. Lo zietto matto era pazzerello e basta, e non portava in sé nessuna traccia di quella goccia schietta di sangue antifascista che avrebbe salvato l’onore della schiatta e spiegata la sua gloria futura, come si vorrebbe far intendere.
  3. Nel 1942 in Italia si poteva leggere un libro “comunista”.
  4. Andrea era un giovanotto fascista di belle speranze che andava alle riunioni internazionali.
  5. Il ripudio del credo fascista avviene ad un anno dalla caduta del regime e, per quel che ne sappiamo, fu soprattutto una magnifica avventura interiore.

Poi, continua lo scrittore, «Molte cose successero. Diventai comunista. Finì la guerra.» Ma certo, perché nell’epoca immediatamente successiva a quell’epoca diventarono tutti comunisti, quelli come lui, numerosi come i granelli di sabbia del mare. E ai loro figli molti raccontarono di aver fatto anche la Resistenza. Anche. Poveri figli.

GIORGIO GORI 01/01/2013 Gori fa parte di una strana razza tutta italica che vorrebbe essere di sinistra senza essere di sinistra. E questo perché, dai e dai, da noi tutto il buono, il bello, il giusto, l’assennato, l’opportuno, il lungimirante, in tutte le sue più personalizzate e contraddittorie declinazioni possibili, ha preso le forme e i colori della sinistra. Neanche il liberismo – ricorderete – è sfuggito a questo destino. Trombato alle primarie per i parlamentari del PD, se l’è presa con “l’apparato” del partito e ha punzecchiato Matteo Renzi, che invece di dargli una mano si sarebbe fatti i fatti suoi. E invece la colpa è solo degli elettori che l’hanno annusato da lontano e hanno sentito subito un odore strano. In questo sono infallibili, i bolscevichi. E una volta tanto hanno tutta la mia solidarietà.

KIM JONG-UN 02/01/2013 Il 2013 è partito col botto. Mosso da un’invidia tremenda per la popolarità di PSY, il suo imbecille confratello meridionale, il giovanotto che guida oggi la Corea del Nord ha voluto salutare il nuovo anno in televisione. Il leader bello cicciottello di questo paese di morti di fame ha mostrato il sadismo tipico della sua dinastia verso gli increduli sudditi. Se da una parte ha messo tra i suoi obbiettivi la pacifica riunificazione con la Corea del Sud, ossia la paradisiaca prospettiva di farsi annettere da un paese molto più ricco e popoloso; dall’altra ha auspicato un miracolo economico in perfetta salsa comunista, annichilendo quelle povere bestie: «Nella costruzione di un gigante economico dobbiamo mettere la stessa energia e lo stesso coraggio investiti nella conquista dello spazio», ha detto Kim, promettendo inoltre una alquanto sinistra «lotta senza quartiere» per risollevare l’economia del Paese. Insomma, il Grande Balzo in Avanti, Pyongyang Style.

FLAVIO TOSI 03/01/2013 Non so cosa gli sia successo. Una volta mi era simpatico. Aveva un bel tratto genuinamente villico. Stazza da boscaiolo, accento veneto-padano piuttosto che graziosamente veneto-veneziano, un viso tagliato con l’accetta al pari del suo ruspante, disadorno ma tranquillo eloquio. Da sindaco di Verona ha anche cominciato a ragionare, tanto da diventare uno dei primi cittadini più popolari d’Italia. Così i media un po’ alla volta hanno mollato la presa sull’orso. Lui ci ha preso gusto, e da tempo fa l’angioletto. Per accattivarsi gli ultra-leghisti è diventato antiberlusconiano, ma da posizioni cripto-montiane. A forza di dargli credito – era ormai in odore di genio politico – si è fatto travolgere dal moral hazard: ieri ha candidato premier del centrodestra Corrado Passera, l’ex mega banchiere e ministro dello sviluppo economico del dimissionario governo Monti, attualmente in cerca di occupazione, noto campione della finanza salottiera e progressista. Sempre che non sia stato l’effetto tragico del tradizionale tuffo di Capodanno nel lago di Garda.

SILVIO BERLUSCONI 04/01/2013 A settantasei anni suonati sembra proprio che il Berlusca voglia mettere la testa a posto. Si mormora infatti che sia alla vigilia delle nozze con la bella signorina con la quale convive da tempo, più giovane di lui di soli trentanove anni, mentre, tanto per fare un confronto fra colossi degni del nostro matador, lo spocchioso magnate George Soros si è fidanzato qualche mese fa con una donna più giovane di lui di quarantadue anni, e l’impareggiabile sporcaccione Hugh Hefner si è appena sposato con una sventola più giovane di lui di sessant’anni tondi tondi. Meglio di Silvio, in fatto di morigeratezza, hanno fatto il vecchio ed insospettabilissimo cristiano-democratico Helmut Kohl, sposatosi qualche anno fa con una donna più giovane di lui di appena trentaquattro anni, e il suo vecchio avversario socialdemocratico, il rosso Oskar Lafontaine, che da due anni vive con una compagna di ventisei anni più giovane di lui: una vera miseria. Ma sarebbe stato chieder troppo. La prima vittima del nuovo costumato corso berlusconiano è stato Mario Balotelli: «non mi convince come uomo», ha detto Silvio a Radio Radio. Il Giornale ha precisato che «a non convincere il patron rossonero non sono tanto le qualità del calciatore (che nessuno discute) ma quelle dell’uomo, spesso al centro delle cronache di gossip». Il che significa che la cosa è seria e che il matrimonio del Caimano potrebbe essere la vera bomba della campagna elettorale. D’altronde gli statisti veri del passato, tipo l’illuminato liberale Cavour, non hanno mai disprezzato la politica matrimoniale, anche la più banditesca. Certo non potevano figurarsene l’evoluzione. [Topica clamorosa: Berlusconi ha quarantanove anni più della sua ultima bella. Accolgo grato questa catastrofica scivolata come segno della mia profonda umanità, fratelli carissimi.]

13 thoughts on “Una settimana di “Vergognamoci per lui” (107)

  1. A parte che stare nel Pd non vuol dire esser di sinistra,ma perchè poi Gori non sarebbe di sinistra?

    1. Come già detto varie volte, destra e sinistra è una terminologia convenzionale accettabile, che trova la sua giustificazione nella comodità, purché essa sia inquadrata in un contesto storico-geografico limitato. E’ chiaro, per esempio, che c’è una differenza piuttosto netta tra la sinistra anglosassone e quella continentale europea, per non parlare di quella italiana. In un contesto come quello italiano, e anche europeo, né le idee di Renzi, almeno quelle fin qui espresse, né quelle di Gori sono di sinistra. Il problema della sinistra italiana, post-comunista, è che non riesce ad avere un solido baricentro socialdemocratico cui aggrapparsi e nel quale una maggioranza dei suoi elettori si ritrovi. Di qui gli zig-zag schizofrenici tra Vendola, CGIL, Fassina, e le candidature confindustriali, centriste, “cattoliche”.

  2. OT: Ricevo e inoltro questo report da uno specialista di analisi comportamentale:

    “Egregio blogger Garzillo, monitorando su sua richiesta il blog del soggetto Zamar***, le segnaliamo che, malgrado la lunga permanenza del template attuale, il soggetto monitorato manifesta ancora il bisogno di modificare almeno giornalmente la testatina in alto a dx: da un rosso aggressivo a un verde brillante, a una specie di targhetta da pacchetto di sigarette, ma con sfondo giallo acceso. Segno che non riesce ancora a trattenere del tutto la sua mania. In fede, dottor Birkmayer, dell’IIMG, Istituto di Igiene Mentale Germanico”

      1. “E poi non bevo, non fumo, non gioco…”

        Ho inoltrato a Birkmeyer la tua protesta, ed ecco la sua risposta, in versione originale perché non ho avuto il tempo di tradurla:

        “Italianen troppo indisciplinaten! Loro no tisciplina cermanika! Non essere sufficiente tisciplina in fumare, bere e ciocare. Tisciplina molto importante qvella dei bilanci, qvella fiscale e qvella mentale! Loro deve capire grazie a Grosse Zentrum di Mario Monti, ja?!?!”

        Occhio che me lo stai facendo incazzare.

  3. E allora rispondo in tedesco a questa testa quadra di crucco:

    “Qvelli come lei, karizzimo Birkmeyer, e zono purtroppo tanti in sua Cermania, non havere mai capito ke ortine, ortine di qvalità zuperiore, ortine perfetto e qvazi tivino, prefede sfogo puerile nella fita di ogni uomo feramente firile e in gamba. E mi konzenta, zi dia una kalmata!”

    1. venerdì 11-1-13, h. 10.40.
      Birkmeyer non mi risponde più al telefono. Intanto, però, ho mobilitato anche un team di egittologi, per studiare questa variante di colore dello sfondo, che mi dicono chiamarsi HARAM KEREM HAIFAL, che in arabo significa “papiro su cui urinano i carrettieri”.

      1. Centrato in pieno. E’ veramente un piacere aver a che fare con fini intenditori, dopo quel ciarlatano di alemanno.

    1. “Naturalmente i commenti precedenti si riferivano a cose passate ormai da molto tempo…”

      Infatti stamattina (lunedì 14, h 10.19) sei già tornato al bianco, ma con testatina verde, ad anelli. Senti, ma è solo una mia impressione ottica, o nella parte più alta, sopra il nome del blog e sotto la sottile riga nera, c’è una leggera sfumatura di grigio, quasi impercettibile?

      1. Il bloc-notes/testatina in precedenza era arancio con scritta bianca. Ma ieri in un negozio ho visto delle scarpe Adidas verdi con strisce gialle…

  4. “Ma ieri in un negozio ho visto delle scarpe Adidas verdi con strisce gialle…”

    Meno male che i loghi dei partiti, roba seria, mica pinzillacchere, specie quelli dei partiti seri, mica populisti, li affidano a gente seria, grafici con la schiena dritta, e non a gente come te, che si lascia influenzare dalle mode del momento.

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